Il nuovo film di Fabrice du Welz, Maldoror, è liberamente ispirato a una terribile storia che ha segnato la patria del regista belga : l'affare Dutroux. E chi meglio di Fabrice du Welz può sviscerare nel dettaglio questa sconcertante indagine che ha visto contrapposti la gendarmeria, la polizia locale e il dipartimento di investigazione criminale, questa guerra tra i servizi (poi fusi nel 2001) che ha causato una serie di terribili - e persino disastrosi - malfunzionamenti.
Il dossier Maldoror sarà proiettato nei cinema a partire dal 15 gennaio 2025.
Sinossi: Belgio, 1995. L'inquietante scomparsa di due ragazze sconvolge la popolazione e scatena una frenesia mediatica senza precedenti. Paul Chartier, un giovane gendarme idealista, si unisce all'operazione segreta "Maldoror", dedicata alla sorveglianza di un sospetto recidivo. Confrontato con le disfunzioni del sistema di polizia, si imbarca da solo in una caccia all'uomo che lo porterà sull'orlo dell'ossessione.
Belgio, 1995. L'inquietante scomparsa di due ragazze sconvolge la popolazione e scatena una frenesia mediatica senza precedenti. Paul Chartier(Anthony Bajon, il nuovo beniamino del cinema francese), un giovane gendarme idealista della brigata di Charleroi, si unisce all'operazione segreta Maldoror, dedicata alla sorveglianza di un sospetto recidivo, Marcel Dedieu(Sergi Lopez). Confrontato con le carenze del sistema di polizia e più che mai determinato a scoprire chi si cela dietro questi orrori, si imbarca da solo in una caccia all'uomo che lo porterà sull'orlo dell'ossessione.
Al limite del noir e del thriller, Maldoror è meno violento e diretto dei precedenti film del regista belga, che riesce persino a dare un po' di vita al mortificante paesaggio di Charleroi, la vecchia città d'argento dell'industria metallurgica, filmando in modo molto scanzonato la nuova vita del gendarme Chartier, giovane uomo sposato con i suoceri immigrati italiani.
Ma questo è solo un depistaggio. Poi è il momento delleindagini della polizia e del lungo processo che ha portato alla cattura del pedofilo nel 1996. Con il suo cast abituale(Laurent Lucas, Jackie Berroyer, Alba Gaïa Bellugi) e alcuni nuovi arrivati(Alexis Manenti), Fabrice Du Welz cerca di individuare il male profondo, alla maniera di Lautréamont nella sua opera Les Chants de Maldoror , che dà il nome al film.
Nei primi due terzi del film, l' indagine vera e propria viene raccontata in modo molto preciso e documentato (come la famosa scena in cui il gendarme sente i bambini bisbigliare nella casa di Marcinelle), avendo cura di cambiare il nome e il cognome di ognuno dei protagonisti del caso, sia degli accusati che delle vittime - Marc Dutroux diventa Marcel Dedieu, Michel Lelièvre Didier Renar, Michelle Martin Monique Marini, e Michel Nihoul diventa Jacky Dolman.
Ma Maldoror prende una piega completamente diversa nel suo terzo finale, virando senza preavviso verso l'ucronia più inaspettata... per non dire maldestra. Perché dando particolare importanza a certe teorie (sulle famose "reti di notabili", nel frattempo sfatate dai tribunali), il regista vira verso le teorie del complotto, edestrapolando una storia così significativa come l'affare Dutrouxin una storiadi fantasia, il regista belga ci lascia con un bambino a due teste moralmente audace.
Mentre la fine del film sarà catartica per alcuni, questa fantasia di giustizia probabilmente non piacerà a coloro che sono stati più colpiti dall'affare Dutroux.
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