[May December di Todd Haynes, con Natalie Portman e Julianne Moore su Canal+: il nostro parere

La proiezione di un film di Todd Haynes al Festival di Cannes è sempre un evento, proprio come il suo sontuoso Carol, proiettato nel 2015. Questa volta niente edifici newyorkesi, ma il sobborgo benestante di Savannah (Georgia) per ambientare May December, il nuovo lungometraggio del regista americano .

In questa grande casa sopra il fiume vivono Gracie Atherton-Yoo(Julianne Moore), una sessantenne dall'aspetto di mamma calciatrice e abile cacciatrice, e Joe (Charles Melton, visto in Riverdale), un giovane coreano-americano che ha la metà dei suoi anni - lo shock del loro primo bacio, tra due patatine che cuociono, è tanto reale quanto inaspettato.

I due piccioncini sono balzati agli onori delle cronache negli anni '90 dopo la scoperta della loro relazione nel retrobottega di un negozio di animali, mentre il giovane, coetaneo del figlio di Gracie, era ancora al college. La storia è quella (vera) di Mary Kay Letourneau, insegnante di matematica negli Stati Uniti, condannata nel 1997 per aver avuto rapporti sessuali con un alunno di 12 anni, che finì per sposare dopo essere uscita di prigione.

Sono passati 24 anni, i pettegolezzi si sono spenti - Gracie rimane un'attrazione cittadina, quasi una fonte di vergogna, come un monumento storico o una chiesa. Mentre si prepara l' adattamento cinematografico di questa storia folle e inquietante, Elizabeth Berry (Nathalie Portman, magnetica), un'attrice famosa, arriva nel cuore di questa strana famiglia con il bisogno e il desiderio (forse malsano) di saperne di più, di immergersi nel ruolo di Gracie che dovrà interpretare.

Il film è indubbiamente divertente, con un senso dell'umorismo di secondo grado e dialoghi finemente punteggiati di spazi vuoti che a volte sottolineano l'assurdità di ciò che è stato appena detto. È quello che ci vuole per sopportare senza battere ciglio questa storia, che è niente meno che un affare di pedocriminalità. Ma più che nellavicenda mediatica in sé (già analizzata in passato dai tabloid che Elizabeth consulta imitando le espressioni di Gracie), è nella triplice analisi dei rapporti umani che Todd Haynes eccelle, a partire dalla recitazione pantomimica che regala a Nathalie Portman un'emozionante scena da masterclass davanti a studenti di teatro.

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Attraverso le interviste condotte da Elisabeth a coloro che hanno vissuto la relazione dall'interno - Joe compreso - Todd Haynes decostruisce la coppia e tratteggia, senza nominarli, i contorni della tossicità e i meccanismi di controllo. Poco disponibile a parlare della relazione, Gracie lascia ancora una volta che siano gli altri a parlare per (e di) lei.

Quiet Joe fatica a trovare le parole, fissa il terreno con le mani in tasca e viene rimproverato, come il bambino che era all'epoca della relazione, quando beve troppa birra. Ma si interessa alle farfalle monarca e la presa di coscienza della sua condizione (il "mi hai sedotto!" che si sente spesso in questi casi) lo fa metaforicamente uscire dalla sua crisalide. Se lui è la farfalla, lei è innegabilmente il ragno.

I confini tra finzione e realtà sono porosi e consentono una rappresentazione piuttosto raffinata della questione del doppio e della duplicità, come nel film TV tratto dalla vicenda, che Elizabeth guarda vestita come la sua modella e che sembra il dubbio inizio di un brutto film porno. Ci sono poi le riprese in camera in cui le due attrici, fianco a fianco, si guardano allo specchio, che culminano nella sequenza di fusione finale in cui Nathalie Portman, ora sola nell'inquadratura, imita alla perfezione il suo soggetto, fino alla leggera peluria sulla lingua.

Trailer ufficiale di May December (2023)

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