Ondata di calore sul lavoro: quali sono i vostri diritti quando fa caldo?

Da My de Sortiraparis · Foto di My de Sortiraparis · Pubblicato su 9 settembre 2023 alle 09:02
Di fronte all'ondata di caldo che ha investito la Francia, con 49 dipartimenti classificati come "arancione" e 4 come "rosso" questo martedì, è fondamentale essere consapevoli dei propri diritti sul lavoro e degli obblighi dei datori di lavoro in termini di salute e sicurezza dei dipendenti.

La Francia è in preda a una forte ondata di caldo, con temperature che dovrebbero raggiungere i 40°C in diverse regioni. Di fronte a condizioni così estreme, è inevitabile chiedersi quali siano le conseguenze per l'ambiente di lavoro. Cosa devono sapere i dipendenti? E cosa deve fare il datore di lavoro?

I datori di lavoro hanno l'obbligo di garantire la salute e la sicurezza dei propri dipendenti, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche. Pertanto, quando scatta l'allarme canicola (vigilanza gialla, arancione o rossa), è necessario adottare diverse misure:

  • Scaglionamento dell'orario di lavoro (arrivare e uscire prima),
  • organizzare pause più frequenti e più lunghe
  • Spegnimento delleapparecchiature elettriche non essenziali,
  • Promozione del telelavoro per le attività che lo consentono,
  • Distribuzione gratuita di bevande analcoliche.

Inoltre, il datore di lavoro deve garantire che l'aria nei locali sia continuamente rinnovata e ventilata. Sebbene l'aria condizionata non sia obbligatoria, devono essere messi a disposizione dispositivi di raffreddamento come ventilatori e nebulizzatori.

Per quanto riguarda i lavoratori all'aperto, il Codice del lavoro richiede strutture specifiche come aree ombreggiate o spazi climatizzati. Nel settore edile, è obbligatorio fornire almeno tre litri di acqua al giorno.

Tuttavia, nonostante queste raccomandazioni, si chiede una rivalutazione degli standard stabiliti dal Codice del lavoro in considerazione del crescente numero di ondate di calore. Per Hadrien Clouet, deputato LFI, è necessaria l'introduzione di pause obbligatorie a partire da 28°C e una riduzione dell'orario di lavoro a partire da 34°C. Una proposta di legge in tal senso è già stata presentata.

Per quanto riguarda il diritto di recesso, in assenza di una temperatura massima autorizzata dalla legge, i lavoratori possono comunque attivarlo se ritengono che la loro salute sia in pericolo. L'INRS ritiene che, per il lavoro fisico, condizioni superiori a 28°C siano pericolose.

I datori di lavoro, da parte loro, non possono punire i dipendenti che esercitano il diritto di ritirarsi dal lavoro a causa del caldo, né possono trattenere il salario. Una proposta di legge presentata il 20 luglio 2023 mira a introdurre pause regolari e la sospensione del lavoro in caso di ondate di caldo estremo.

Informatevi quindi sui vostri diritti, tenetevi informati e non esitate a parlare con il vostro datore di lavoro per garantire il vostro benessere e la vostra sicurezza sul lavoro durante queste ondate di calore.

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